Fine dell’era del digital e nascita della virtual transformation
L’innovazione e il progresso comportano necessariamente un’importante crescita ed evoluzione della società: pensiamo ad esempio all’invenzione della lampadina, alla rivoluzione industriale fino ad arrivare all’era del digitale. La nascita del world wide web ha reso possibile l’accesso continuo alle informazioni. I bambini sono passati dal fare ricerche sulle enciclopedie delle biblioteche allo stare a casa davanti al computer, per arrivare infine al semplice tirare fuori dalla propria tasca il cellulare in qualsiasi momento per ottenere la stessa identica informazione. E se in futuro questa condizione mutasse ulteriormente? Cosa succederebbe se, ad esempio, anziché aprire il proprio laptop o smartphone si potesse semplicemente guardare un oggetto per avere determinate informazioni? Tutto ciò che prima veniva mediato da uno schermo, in futuro non servirà più.
Stiamo entrando nell’era della trasformazione virtuale e, come ogni vera rivoluzione comporta, ne conseguirà un forte mutamento sotto diversi punti di vista, tra cui soprattutto l’aspetto economico e sociale.
I paradigmi della Virtual Transformation: similitudine e differenze rispetto la digitalizzazione
La trasformazione virtuale riprende e al tempo stesso si discosta dalle caratteristiche principali tipiche della trasformazione digitali. Tra gli elementi di similitudine troviamo sicuramente:
- Dematerializzazione
- Digital twins
La trasformazione digitale ha fatto sì che numerosi oggetti e strumenti scomparissero e che, allo stesso tempo, venissero integrati all’interno di altri dispositivi.
Pensiamo alla musica: una traccia analogica su supporto magnetico viene trasferita in codice binario all’interno di un apparecchio, ad esempio un computer, e convertita in traccia digitale. In questo modo la traccia viene resa accessibile a molte più persone, ossia a tutti quegli individui che posseggono una rete internet e sanno accedere alle informazioni online. Una volta presa dimestichezza con la traccia digitale, il processo di conversione risultava lungo e superfluo. Venne quindi introdotta la registrazione digitale per mezzo di supporti adatti. Ciò ha dato la possibilità a chiunque di diventare anche in autonomia uno studio di produzione, di registrazione e di mixaggio.
Quello relativo alla musica è l’esempio perfetto del potere della digitalizzazione. La trasformazione digitale trasforma una tipologia di formato in un altro modificabile e accessibile con estrema facilità.
Nasce l’era del remix – e non solo in campo musicale! Difatti, avere accesso alle risorse attraverso il codice binario ha inoltre assecondato la pratica della modifica e del mixaggio. Prendiamo ad esempio un dipinto. In formato fisico, così come è la pratica di modifica è molto lunga e faticosa: bisogna usare solventi per sciogliere il colore fresco in superficie, oppure bisogna utilizzare una spatola e raschiare con molta attenzione le zone da modificare. La modifica digitale è ovviamente molto più semplice, veloce e inoltre dà l’importantissima possibilità di recuperare la copia originale. Questo perché tra le tante utili caratteristiche della digitalizzazione troviamo inoltre la replicabilità.
Partendo da questi elementi, il progresso tecnologico si è poi sviluppato verso il tema dell’immersività, dell’intelligenza artificiale e della automazione. Le persone entrano a far parte di mondi virtuali oppure aggiungono layers di informazioni alla realtà reale. La smaterializzazione diventa ancora più evidente e incisiva mentre in contemporanea aumentano le vie di accesso alle informazioni.
Il filosofo dell’informazione Luciano Floridi definisce questo concetto nel libro La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo, come “l’onlife”. È per questo motivo che in molti vedono nel vicino futuro addirittura l’abbandono dell’apparecchio simbolo della digitalizzazione e al momento più utilizzato e inseparabile, lo smartphone, a favore di altre tecnologie più immersive (scopri le interfacce più utilizzate in questo articolo).
Immagine: Focals by North
Ma se prima abbiamo elencato i punti in comune rispetto alla digitalizzazione, è necessario evidenziare anche gli elementi che si discostano da questi ultimi. In particolare, se il principio della digitalizzazione consiste nella replicabilità e manipolazione, con la trasformazione virtuale si sposta invece l’attenzione su due concetti caratterizzanti:
-unicità
-originalità
degli oggetti digitali.
In un ambiente in cui appunto la riproduzione è all’ordine del giorno, non bisogna stupirsi se la novità e il rinnovamento viene dato dalla singolarità. Non a caso, uno dei settori che per primo ha sperimentato con il concetto degli NFT è quello dell’arte, per cui appunto l’originalità è una prerogativa.
Dalla Digital alla Virtual Transformation: le conseguenze per le aziende
Con l’avvento del digitale le aziende hanno visto mutare le impostazioni di gioco: i mercati si sono espansi, i luoghi di acquisto si sono modificati e gli scambi internazionali sono aumentati e si sono infittiti. La digitalizzazione ha travolto tutte le tipologie di industrie, portando un rinnovamento necessario per non rimanere indietro. Basti pensare al colosso Amazon, che ha dato la possibilità di acquistare comodamente da casa e di ricevere la merce in tempi celeri comportando così la nascita di una nuova modalità di acquisto che ha profondamente modificato le abitudini dei consumatori. Allo stesso modo, le aziende hanno dovuto tenere il passo con le nuove tecnologie. In particolare, nell’era del digitale hanno dovuto ammodernarsi per:
- Creare degli store digitali. Lo store è aperto tutti i giorni a tutte le ore, le persone possono fare i propri acquisti o semplicemente scorrere la lista prodotti, possono fare confronti… i consumatori hanno infinite possibilità.
- Entrare in contatto con i consumatori sui social network. La consumer experience non si esaurisce più con l’uscita del cliente dal negozio fisico ma continua anche fuori e si protrae nel tempo.
- Far conoscere il proprio brand e i propri valori. Viene data la possibilità ai brand di raccontarsi in maniera dettagliata, di entrare a far parte delle conversazioni e di esprimere anche la propria opinione sugli hot topic.
Con il superamento dell’era digitale anche le aziende dovranno reinventare se stesse e introdursi all’interno dei nuovi mondi virtuali e nella logica dell’immersività.
In realtà, nell’ambiente industriale, le fabbriche moderne hanno iniziato già da tempo ad introdurre e sviluppare tecnologie all’avanguardia, basti pensare al ruolo dell’automazione.
L’utilizzo della realtà aumentata diventa fondamentale all’interno di alcuni settori, tra cui ad esempio quello militare, sanitario o nelle industrie ad alto rischio per i lavoratori. È infatti molto diffuso il training per mansioni pericolose, da chi lavora sui tralicci nel cielo, fino ad arrivare in mare con i sommozzatori. Attraverso la simulazione virtuale delle procedure di lavoro, vengono da un lato ridotti i costi delle prove pratiche, dall’altro si svolge un allenamento completamente in sicurezza e che può essere ripetuto innumerevoli volte affinché il lavoratore raggiunga la piena fiducia.
Immagine: training virtuale in sicurezza per operai coinvolti in attività potenzialmente rischiose. Realizzato da AnotheReality
Dal punto di vista degli eventi, anche in questo caso ci saranno notevoli cambiamenti. Gli spazi si avvicineranno, tanto da poter andare in ufficio, a scuola, a un convegno direttamente da casa senza alcuna differenza rispetto al mondo reale. È il caso di Meta, che ha come obiettivo quello di estendere il luogo lavorativo ovunque.
Ovviamente le possibilità di azione della virtualizzazione per le aziende non si esauriscono qui, ma anzi ci sarebbero da fare copiose digressioni sull’impiego del vr nel marketing, advertising e consumer experience.
Il futuro della virtualizzazione nella società
Il futuro degli oggetti fisici è destinato a cambiare per mezzo dei virtual twins, vere e proprie copie di oggetti reali create all’interno dei mondi virtuali per essere utilizzate dagli avatar. Gli oggetti digitali si stanno sviluppando sempre più grazie anche alle nuove certificazioni digitali (NFT). In alcuni casi, vengono addirittura creati degli oggetti brandizzati esclusivamente per il virtuale (ad esempio l’edizione limitata delle Jordans acquistabili solo per la realtà virtuale), il che vuol dire che si sta già rivolgendo lo sguardo per il consumo esclusivamente virtuale. E mentre erroneamente si può pensare che ci siano campi e beni assolutamente non virtualizzabili, si cade in errore: dall’home decor, all’automotive, fino ad arrivare al settore dei grandi elettrodomestici, hanno già iniziato a distinguersi con casi d’uso interessanti in materia, tra cui ad esempio la collezione esclusivamente online di arredamento dal design digitale e unico.
Ma la rivoluzione arriverà ovunque, non solo in ambito di business, o della formazione e dell’experience. Anche le città in cui viviamo si evolveranno verso la creazione di un proprio corrispettivo virtuale, in cui sarà possibile svolgere le commissioni o azioni quotidiane in maniera più veloce, efficace e soprattutto in modo più ecosostenibile.
Immagine: Riproduzione di alcuni ambienti nella piattaforma digitale 3D per eventi Superstudio Cyberspace, sviluppata da AnotheReality in partnership con Superstudio Events.